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#1 Art day: Venere e Marte, Botticelli

  • Bidu
  • 5 feb 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

La cultura è anche arte e un bel quadro spesso può raccontare tanto quanto un buon libro.

Si può dire che questo sia il caso di Venere e Marte di Botticelli, dipinto a tecnica mista su tavola databile al 1482-1483 circa, conservato alla National Gallery di Londra e non meno splendido di altre opere più celebri dello stesso artista.

Come fosse la pagina di un libro, la scena racconta una vera e propria storia o, per meglio dire, il suo epilogo ( che, in realtà, man mano che ne scopriremo il significato, scopriremo essere più simile a un nuovo inizio ): entrambi gli dèi sono distesi su un prato e circondati da piccoli fauni che giocano allegri con le armi di Marte e che sembrano tormentarlo, disturbando il suo sonno, ma ignorando del tutto Venere. Il dio giace esausto nella piccola morte e neanche uno squillo di tromba nelle orecchie riesce a destarlo e a fargli lasciare la sua scultorea posizione, mentre Venere lo guarda impassibile, con appena un pizzico di malinconia negli occhi, che, insieme al sonno spossato e abbandonato di Marte, dà quella sfumatura di inquietudine che quasi stona con la cornice ironica e scherzosa creata dalla scena, ma che - come vedremo continuando a leggere - in realtà, è perfettamente coerente col messaggio che l’artista vuole trasmettere.

Uno dei satiri ha l'elmo di Marte che gli copre completamente la testa, mentre, grazie all'aiuto di un altro, ruba la lancia del dio; nel frattempo, un altro ancora si è infilato nella corazza sulla quale il dio è adagiato e un quarto suona un corno di conchiglia nell'orecchio dell’addormentato, col preciso intento di spezzare il suo sonno, ma senza successo. Il fatto che i putti gli abbiano sottratto la lancia simboleggia il suo disarmo davanti all'amore: la dea, Venere, placa l'aggressività maschile, Marte ( come avviene anche nella Pallade e il Centauro, altro lavoro molto importante di Botticelli ). L'opera potrebbe dunque essere stata realizzata per un matrimonio e la presenza di alcune vespe in alto a destra farebbe pensare che le nozze fossero di un membro della famiglia Vespucci ( protettrice del pittore ), anche se sarebbe possibile pure che gli insetti simboleggino semplicemente le punture, ovvero i dolori, le spine che solo un’esperienza amorosa può provocare.

L'iconografia, quindi, sarebbe stata scelta come augurio nei confronti della sposa e il formato orizzontale fa pensare, come destinazione, alla decorazione di una spalliera; tuttavia, per capire il significato dell’opera - non ancora del tutto compreso dagli studiosi, nonostante siano passati più di cinquecento anni dalla sua creazione -, bisogna prendere in considerazione l’influenza dell’Accademia Neoplatonica e della ripresa dello studio dei Classici: innanzitutto, i personaggi raffigurati sono personaggi di rilievo nella cultura Classica, il dio della guerra e la dea dell’amore, amanti per eccellenza della mitologia antica; in secondo luogo, si può notare una leggera ripresa del nudo ed è per questo che l’opera viene considerata postuma rispetto al soggiorno romano, momento che influenzò particolarmente l’indole classicheggiante dell’artista, soprattutto grazie allo studio di sarcofagi antichi della città eterna.

Nell'opera, si possono, infatti, notare alcune delle tipiche caratteristiche stilistiche di Botticelli: la composizione è bilanciata e simmetrica, simbolo, probabilmente, della necessità di equilibrio in una relazione amorosa. Il disegno è armonico e la linea di contorno, tesa ed elastica, definisce con sicurezza le anatomie dei personaggi, indizio che suggerisce la ripresa del nudo nell'arte Rinascimentale. L'attenzione al disegno mantiene sempre un riguardo verso la resa veritiera dei vari materiali, soprattutto nelle leggerissime vesti di Venere. I colori sono contrastanti e accentuano la plasticità delle figure e l'espressionismo della scena.

Questo contrasto, questo dualismo può essere considerato a tutti gli effetti uno dei temi – se non il principale – di quest’opera. Già i due dèi son di per sé due personalità contrastanti: se Venere simboleggia l’amore, la sensualità, la concordia, ma anche la fluidità di azioni psicologiche subdole e ben pensate, Marte, come dio della guerra, rappresenta più la virilità, l’odio e la forza di quelle azioni fisiche dinamiche e istintive che lo caratterizzano al meglio ( è da notare, però, che il dio dorme: forse l’amore è l’unico in grado di placare qualcosa di così caotico e movimentato come la guerra? ); ma anche - oserei dire - il comportamento dei putti desta sospetto, essendo essi così concentrati nel punzecchiare Marte e altrettanto disinteressati nella figura della dea che, d’altro canto, a differenza del suo amante, sembra più che sveglia e, col capo leggermente rivolto verso l’alto, pare quasi controllare i satiri e i loro gesti.

Tuttavia, non ho ancora scritto ciò che mi ha sempre fatta sorridere osservando questo dipinto: attirati dai bei volti degli dèi e divertiti dagli scherzi delle piccole creature, si potrebbe non essere attenti allo sfondo che, a parer mio, costituisce, invece, l’elemento che più fa pensare alla vita coniugale, poiché formato in parte da quella che sembra una fitta e oscura foresta, sconosciuta e a tratti spaventosa, e da un orizzonte chiaro, tranquillo, che dona un senso di pace e sicurezza. Non è forse quello che si è destinati a vivere una volta che si intraprende una vita matrimoniale? E sposarsi non vuol dire forse accettare le differenze che si hanno con l’altro per creare una miscela che, nonostante sia composta da elementi che sembrano incompatibili, risulta magnifica e appagante tanto quanto quest’opera?

Infine, è utile notare anche la ricchezza dell'oro e l'attenta disposizione delle pieghe, che rimandano alla formazione da orafo di Botticelli, che, in questo caso, optò per una tecnica mista di tempera a uovo e colori a olio per dare un aspetto più tondeggiante e realistico ai volti, che in parte ricordano le statue che, qualche anno dopo, l’altrettanto grandioso Michelangelo avrebbe cominciato a scolpire, mentre grande attenzione è riposta nell'equilibrare gesti e torsioni delle figure, che assumono importanza fondamentale.

P.S.: Vi siete accorti dell'errore dell'artista? Avete notato la quasi totale scomparsa della gamba destra della Venere - che viene smaterializzata dalle pieghe della veste setosa - e la posizione surreale della sinistra?

 
 
 

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