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#1 L'Ora del Thèma: l'infermiera e il marinaio

  • Bidu
  • 7 feb 2017
  • Tempo di lettura: 4 min

Bibliofili, armatevi di thè caldo e biscotti, perché è giunta L'Ora del Thèma: ogni martedì, ci riuniremo su questo blog per rivivere una storia realmente accaduta che segue il tema del mese...in pratica, spettegoleremo proprio come fanno le signore inglesi con i loro servizi da thè da mille sterline.

Oggi, parliamo di una di quelle storie di cui tutti hanno sentito parlare almeno una volta nella vita, ma che pochi conoscono veramente: la storia dell'infermiera e del marinaio e del loro bacio tanto impulsivo quanto scenografico. Alfred Eisenstaedt immortalò quello che è diventato uno dei momenti più iconici del Novecento il 14 agosto del 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, al centro di Times Square.

Non passò molto tempo prima che la foto facesse il giro del mondo e diventasse il simbolo della speranza in un nuovo inizio che aleggiava - o iniziava a farlo - in quei giorni al confine tra degli anni di orrende tragedie e degli altri su cui si avevano grandi aspettative.

Ricordo che la prima volta che vidi questa foto ero davvero piccola e, nel giro di pochi minuti, creai uno di quei film mentali che neanche Steven Spielberg sarebbe mai in grado di dirigere e pensai a una di quelle storie d'amore per le quali si paga un biglietto al cinema o che si leggono solo nei libri...appunto, solo. Purtroppo, come quasi per ogni cosa, arrivò il momento in cui i miei sogni di bambina abituata alle fiabe Disney vennero brutalmente distrutti, disintegrati, resi sottilissime ceneri portate via dal vento della disperazione e, no, non sono melodrammatica, vi descrivo solo quello che ho provato quando sono venuta a scoprire che la famosa infermiera, Edith Shain, e l'aitante marinaio non si conoscevano affatto e che, quindi, quel bacio non era un bacio che era stato atteso per anni dai due spasimanti, bensì uno rubato.

C'è da dire che, nonostante tutto, un pizzico di romanticismo mi sembrava essere rimasto o, almeno, così credevo all'inizio, ma venni a scoprire - a causa di internet e del suo poco tatto - che i due non si innamorarono né diventarono amici, anzi, non rimasero nemmeno in contatto e non conoscevano l'uno il nome dell'altro! Altra delusione che mi spezzò il cuore e dalla quale riuscii a sopravvivere solo perché, continuando a leggere, scoprii che l'infermiera, negli anni Settanta, decise di scrivere al fotografo per raccontare la sua versione dei fatti.

“Ero al lavoro in ospedale a New York. Ad un tratto, tutti cominciarono a correre per le strade, manifestando la gioia per la fine della guerra. Con delle amiche mi recai a Times Square: era una festa, tutti si baciavano e si abbracciavano e così mi ritrovai abbracciata a un ragazzo che non conoscevo e che dopo non ho mai più visto, non mi interessava sapere chi fosse ma sapevo che lui aveva combattuto anche per me.”

Questo è ciò che scrisse su un biglietto destinato a Eisenstaedt e attraverso il quale diede il via a un nuovo capitolo della storia che aveva accomunato lei e il misterioso marinaio, un capitolo che cominciava con la ricerca di quest'ultimo: come in tutte le fiabe che si rispettano, quasi fosse una Cenerentola al maschile, molti si finsero coraggiosi marinai dal bacio facile, ma la verità non tardò a giungere e la caccia all'uomo terminò con il ritrovamento di George Mendonç. Pensate, però, che la storia abbia avuto un lieto fine? Ovviamente, no! Almeno, non per me e per le mie fantasie e sapete perché? Perché George raccontò la sua versione della storia e, come accade sempre quando prendono la parola gli uomini, rovinò tutta la magia che vi era nata attorno: il marinaio era a casa con la fidanzata a guardare un film, quando sentì che la guerra era terminata e che si stava tenendo una parata a Times Square per la vittoria contro il Giappone, così uscirono entrambi per strada e cominciarono a farsi prendere dallo spirito di festa da cui tutti si stavano facendo contagiare ed, euforico per il momento tanto particolare e glorioso - e anche a causa di una buona dose di alcool -, incrociò Edith e, senza pensarci due volte, la baciò con passione, sotto gli occhi di tutti, anche sotto quelli - secondo alcuni pettegolezzi - dell'allora fidanzata e attuale moglie, che, a quanto pare, compare anche in una delle altre foto che furono scattate nello stesso istante, ma che non ebbero lo stesso successo di quella del fortunato Alfred, che, tramite un'intervista in cui incappai poco dopo, mi diede quel briciolo di speranza nell'esistenza di un qualche destino dall'animo romantico di cui tutti abbiamo bisogno, dichiarando: “Mi muovevo con la mia Leica, ma non riuscivo a trovare un'inquadratura che mi convincesse. All'improvviso, vidi qualcuno vestito di bianco. Mi girai e scattai mentre il marinaio baciava l’infermiera. Se lei avesse avuto un vestito nero, non avrei mai scattato quella foto. Se lui fosse stato in divisa bianca, idem.”.

 
 
 

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